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Parrocchia di San Gennarello

Vita di San Gennaro

La più antica “passio” di S. Gennaro, vescovo di Benevento, conosciuta con il nome di Atti Bolognesi (cod 1473, Biblioteca Univ. di Bologna), è della fine del sec. VI: nonostante alcune riserve, è un testo attendibile. Il martirio del Santo, decapitato nella solfatara di Pozzuoli, è fissato intorno al 305, al tempo di Diocleziano.
Il 19 settembre quale data del martirio, è indicata nel “Calendario Cartaginese” (sec. VI), nel “Martirologio geronimiano” (stessa epoca) e nel “Calendario marmoreo” di Napoli (sec. IX). Il corpo del martire fu sepolto nella località Marciano, presso il cratere di Agnano da dove fu traslato a Napoli, durante l’episcopato di S. Giovanni fu deposto nella catacomba extramurana, chiamata poi di S. Gennaro. Si sviluppò sul posto una piccola basilica; nella cripta ebbero sepoltura anche alcuni vescovi di Napoli del V sec. La documentazione si trova nel “Liber Pontif. Ecc. Neapolitanae”, nel Martirologio Geronimiano e nel Calendario marmoreo ed è stata confermata dagli scavi recenti eseguiti nella catacomba.
Il prete Uranio, in una lettera a Pacato del 432 (P. L., LUI, 859) scrive: “Gennaro, vescovo e martire, illustra la Chiesa di Napoli”. Se queste parole non sono una glossa marginale entrata più tardi nel testo, costituiscono la fonte più antica sul martire e dimostrano come Napoli sia stata il centro irradiante del culto del santo che si diffuse dall’Africa, in Inghilterra e altrove.

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